Il laboratorio artigianale Terra Sonora ha una lunga storia che comincia quando i Sassi di Matera iniziarono a essere ripopolati dai materani dopo un lungo abbandono durato più di trent’anni.
In quegli anni alcuni materani si riappropriarono degli spazi e dei luoghi che avevano vissuto da bambini insieme alle loro famiglie, luoghi che avevano abbandonato dopo lo spopolamento avvenuto a più riprese negli anni cinquanta. I Sassi al tempo, nonostante l’abbandono, conservavano ancora memorie vive e oggetti di vita quotidiana e di lavoro, molti per fortuna sono stati salvati e oggi rappresentano la memoria materiale della vita degli antichi rioni.
Molti abitanti dei Sassi anche a causa dei ricordi legati alla miseria e al senso di colpa che provarono dopo essere stati definiti vergogna nazionale, scelsero di non mettervi mai più piede. Solo alcuni sentirono l’esigenza di riappropriarsi di quegli spazi abbandonati e cadenti, anche grazie all’ attenzione internazionale che molti artisti, urbanisti e intellettuali dell’epoca riuscirono a suscitare verso Matera e i suoi Sassi. Case grotta, cantine e piccoli giardini che hanno visto innumerevoli generazioni vivere in uno dei contesti abitativi più straordinari e allo stesso tempo terribili, quali erano i Sassi di Matera nel dopo guerra, cominciarono pian piano una nuova vita.
E’ questo il caso del sig. Nicolino Festa che nel 1981 raccolse molte delle suppellettili e degli attrezzi che avevano fatto parte della quotidianità della sua famiglia e li collezionò all’interno di quella che era la sua casa paterna, oggi la Casa Grotta del Casalnuovo. Nel tempo libero aiutato da due delle sue figlie riprese anche una vecchia tradizione, quella della costruzione dei fischietti in terra cotta, i Cucù, e dello “strimm’l”, una trottola in legno a filo con cui i bambini nei Sassi giocavano spessissimo.
Il sig. Festa nei 25 anni passati nella sua casa grotta ha vissuto da protagonista l’incredibile trasformazione della città che da essere un abitato diroccato e disabitato è entrata nel 1993 nella lista dell’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Nel 2004 decide di passare la mano cedendo il testimone a suo genero, Pietro, che oggi gestisce il laboratorio insieme a suo figlio e alcuni giovani collaboratori.
Pietro a sua volta ha vissuto da protagonista l’ulteriore salto di qualità che la città di Matera ha fatto divenendo la Capitale Europea della Cultura del 2019, non ché una delle mete turistiche internazionali più ambite d’Italia, continuando la tradizione di famiglia e arricchendo la produzione artigianale delle terre cotte con vari tipi di fischietti, oggetto a cui ha dedicato anche una mostra/concorso internazionale che è andata avanti per quattro edizioni fino al 2012. Oggi Pietro con il Laboratorio Terra Sonora si fregia del titolo assegnatogli dalla Regione Basilicata di Maestro Artigiano.